MENZIONE DI MERITO PER LA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DI VILLA PISANI

Pubblicata il 27/11/2015

L’ISTITUTO REGIONALE PER LE VILLE VENETE
HA CONFERITO MENZIONE DI MERITO
PER LA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE
DI VILLA PISANI


Il recupero di Villa Pisani ha portato al Comune di Monselice un prestigioso riconoscimento. Si tratta del conferimento “MENZIONE DI MERITO” attribuito al Comune di Monselice per l’impegno che ha profuso nella riqualificazione di VILLA PISANI destinata a funzioni di particolare connotazione sociale e per l’attenzione prestata al tema dell’accessibilità e al contesto paesaggistico di riferimento. La menzione s’inserisce all’interno del “Premio Villa Veneta 2015”, realizzato dall’Istituto Regionale Ville Venete e giunto alla nona edizione. 

“E’ stata una piacevole sorpresa – ha commentato il sindaco di Monselice Francesco Lunghi - questo dimostra che l’Amministrazione Comunale ha lavorato bene e ha restituito alla cittadinanza e alle generazioni future un ulteriore edificio storico di inestimabile valore architettonico”

L’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Tasinato dichiara: “Siamo davvero entusiasti di questa menzione. Giunge a dimostrazione che ogni operazione intrapresa dal progetto di recupero, redatto dell’arch. Giorgio Galeazzo di Padova, è stata portata a termine con successo: dalla sistemazione del tetto al rifacimento delle facciate fino al restauro dei meravigliosi affreschi, che presentavano gravi scalfitture a causa dell’intonaco che li ricoprivano e alla realizzazione dell’ascensore esterno che permettere a tutti di accedere al primo piano. 

Pure l’assessore alla Cultura e al Turismo Gianni Mamprin esprime: “soddisfazione per il recupero dell’edificio che è stato destinato a centro espositivo e culturale. Il recupero è stato possibile grazie all’Intesa Programmatica d’Area (IPA) della “Bassa Padovana” presieduta dalla Provincia di Padova che ha attuato gli adempimenti necessari per la presentazione del progetto alla Regione Veneto per il  finanziamento delle opere. La Regione Veneto ha finanziato il progetto per 880 mila euro su 1.227.000 mila euro di lavori. Grazie alla Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio che ha sovrinteso l’esecuzione del restauro, le ditte appaltatrici e il meticoloso e complesso lavoro degli uffici comunali, oggi noi possiamo ammirare gli affreschi riportati allo splendore originario.

In realtà l’edificio di Villa Pisani-Serena costituisce uno degli esempi più significativi dell’eredità veneziana con Ca’Marcello e il complesso santuariale di Villa Duodo, una delle passeggiate più affascinante dei Colli Euganei. Anche dal punto di vista artistico esso si propone all’attenzione dei concittadini e dei numerosi turisti che ormai frequentano la Città della Rocca. 

Infatti gli “affreschi di Villa Pisani, documentata già nel 1566 nella - condizione di redecima-  di Francesco Pisani lungo il canale che collegava Padova ai centri della Bassa, costituiscono un interessante episodio nella storia dei frescanti di scuola veronesiana attivi dopo l’impresa del maestro in villa Barbaro a Maser. Si ispira infatti a Paolo Caliari detto il Veronese sia lo schema decorativo sia la scelta dei soggetti: particolarmente felici i grandi paesaggi che si offrono al di là della finta loggia al piano nobile, vicini a quelli dell’illustre modello per elementi costitutivi e modalità di esecuzione. Si veda, ad esempio la veduta con la rovina di anfiteatro ricoperta di frasche, realizzate con delicati tocchi di pennello, mentre in secondo piano spiccano un tempio ispirato al Pantheon e la Meta Romuli. Prossimo ai paesaggi presenti a Maser (non si esclude il probabile impiego delle medesime fonti incisorie, minimamente varianti) è quello che si staglia sulla parete lunga di destra, ove un albero a fronde rade funge da quinta prospettica per la veduta retrostante, caratterizzata dal monumentale edifico colonnato e dal corso di un fiume a cascatelle. Il committente di gran parte del cielo fu con ogni probabilità il Francesco Pisani costruttore della villa palladiana di Montagnana. 
Per quanto “la piccola casa” di Monselice non rivestisse agli occhi del patrizio la stessa importanza di quest’ultima, è verosimile che prima della morte (1567) Pisani promuovesse l’esecuzione di almeno una parte della decorazione interna d’una residenza nella quale era uso fare tappa sulla strada del trasferimento a Montagnana. Quasi certamente in relazione con Paolo Veronese (al quale aveva commissionato la pala del duomo di Montagnana), Pisani avrebbe potuto rivolgersi a Caliari in vista del nuovo progetto, venendo poi dirottato verso maestranze attive nell’orbita del grande maestro. Corrispondenze non casuali tra le figure allegoriche nella villa Di Rovero a Caerano di San Marco e quelle affrescate nel salone al piano nobile dimostrando la quasi sovrapposizione dei due cicli e l’utilizzo di medesimi prototipi (si vedano le torsioni e certi particolari morelliani come le caviglie e i volti). In ogni modo, è la fattura dei particolari decorativi a dimostrare una comune cifra stilistica. Rispetto alla semplificata impaginazione della villa trevigiana, a Monselice appare maggiormente sviluppata la ricerca di artifici ed effetti illusivi, in relazione con Maser, ma anche con l’apparato pittorico dispiegato nella navata della chiesa veneziana di San Sebastiano, al punto che certi effetti teatrali, come logge che con erme che traforano le pareti lunghe nel salone  al piano terra, si mostrano più sensibili a quest’ultima impresa veronesiana. Le stanze affrescate che si aprono oltre il salone passante del pi  ano nobile sono datate invece attorno al 1580 e attribuite in via ipotetica a Benedetto Caliari, fratello di Paolo, con aiuti”.
(scheda tratta da G. Ravanello – V. Mancini, Gli affreschi nelle ville venete. Il Cinquecento, Marsilio ed. 2009, p. 364-67)


Dopo l’acquisto della Villa da parte del Comune, negli anni post bellici è stata utilizzata come sede dell’attesa scuola media, prima che nuovi e moderni edifici venissero incontro alle aumentate esigenze di scolarizzazione ed ora, dopo il felice restauro e l’inaugurazione avvenuta domenica 11 maggio 2014, si propone come una tessera insostituibile del prestigioso patrimonio monumentale accanto al rinato Palazzo della Loggetta.

 











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